IDRA - Soluzioni per la gestione idrica resiliente e sostenibile nella produzione di radicchio

Responsabile scientifico: Prof. Carlo Nicoletto

Codice Intervento: SRG01F1OS5

Nome Intervento: Soluzioni per la gestione idrica resiliente e sostenibile nella produzione di radicchio – acronimo: IDRA

Descrizione operazione: Nell’ambito dei molteplici prodotti orticoli coltivati nel nord-est dell'Italia, le cicorie a foglia colorata (Cichorium intybus L. var. foliosum Hegi) sono tra i più importanti, con una superficie compresa tra 8000 e 10000 ha (Istat, 2022) e un valore di produzione di circa 200 milioni di euro (CSO Italy, 2022). La fragilità di questo contesto produttivo è dimostrata dalle statistiche di Veneto Agricoltura (2021) che hanno evidenziato una riduzione della resa (-10.5%) ed una perdita del 15% in fatturato con successive riduzioni delle superfici coltivate (-21.6%). Queste riduzioni sono state prevalentemente imputate allo stress idrico e termico non solo nei mesi estivi del trapianto, ma anche in quelli autunnali con conseguenze significative sullo sviluppo vegetativo. Emerge quindi chiaramente la necessità di affinare la tecnica irrigua.
Tra le cicorie che prevedono la forzatura post-raccolta, il Radicchio rosso di Treviso tardivo (RTT) è considerato dalle statistiche recenti il più coltivato, con una produzione che supera le 10.000 tonnellate e un fatturato totale compreso tra i 70 e gli 80 milioni di euro (Consorzio di tutela, 2022). Le produzioni certificate I.G.P. riguardano: 300 ha di radicchio Tardivo di Treviso; 70 ha di radicchio precoce di Treviso; 180 ha di radicchio Variegato di Castelfranco Veneto (Consorzio del Radicchio, 2023)

Finalità: Il progetto IDRA mira a creare le basi per ridurre l’impiego di risorse idriche nella coltivazione e gestione delle tipologie di radicchio più esigenti tramite un approccio trasversale all’intero sistema produttivo in pre- e post-raccolta. Il principale target del progetto in questa fase di innovation brockering (IB) è quello di ricavare informazioni di carattere agronomico, tecnico e gestionale per poter formulare un quadro completo in termini di pratiche, tecnologie e metodi di gestione della risorsa idrica nella produzione e gestione della coltura. IDRA, inoltre, intende testare la possibilità di modifiche del disciplinare di produzione dei radicchi, volte ad una maggiore eco compatibilità delle pratiche agricole.

Risultati ottenuti: La produzione di radicchio, tipica del Veneto e in particolare del Trevigiano, è fortemente influenzata dalla disponibilità idrica, soprattutto in un contesto di cambiamenti climatici e pressione crescente sulle risorse naturali. La gestione dell’acqua risulta quindi centrale per garantire rese, qualità e sostenibilità della coltura.
Le aziende agricole coinvolte nella coltivazione del radicchio si presentano eterogenee per dimensione: convivono realtà molto piccole (0–4,9 ettari) con aziende medio-grandi (20–49,99 ettari). La conduzione fondiaria è prevalentemente basata su terreni in affitto (56%), condizione che spesso limita la propensione all’investimento in infrastrutture idriche permanenti. A ciò si aggiunge un’età media elevata dei titolari, con una bassa rappresentanza di giovani agricoltori, fattore che può frenare l’adozione di innovazioni tecnologiche.
La forza lavoro è caratterizzata da una prevalenza di manodopera stagionale (52%), coerente con la stagionalità della coltura, ma poco favorevole alla continuità e alla formazione tecnica. Dal punto di vista colturale, il radicchio rappresenta una coltura orticola specializzata ad alta intensità irrigua, richiedendo sistemi di gestione dell’acqua efficienti e flessibili.
Nonostante l’elevata esigenza idrica, il 45,2% delle aziende non possiede pozzi, e solo il 13% dispone di bacini di accumulo. Le fonti principali di approvvigionamento sono pozzi artesiani (67,9%) e canali o fossati, mentre l’adozione di sistemi moderni come tubazioni pressurizzate è ancora marginale. Inoltre, la disponibilità idrica continua è garantita solo al 48,4% delle aziende, mentre il resto dipende da sistemi turnati o a chiamata, spesso poco affidabili.
Il grado di autonomia irrigua è generalmente basso: solo il 29% irriga oltre l’85% della superficie aziendale con acqua proveniente da corpi idrici profondi. L’acqua proviene in larga parte da fonti esterne (58,06%) e viene gestita con scarsa circolarità: il 69% viene disperso nei canali, il 27,6% è perso nel terreno e solo il 3,4% viene recuperato. La dotazione tecnologica è ancora legata a impianti tradizionali come rotoloni a cannone e irrigazione a solchi, mentre l’agricoltura di precisione (sensori, modelli irrigui) è poco diffusa, con solo il 22,9% delle aziende che li utilizza.
Emergono anche criticità nella percezione degli agricoltori: più della metà non indica interventi prioritari, ma il 51,6% esprime il bisogno di nuove infrastrutture. Il supporto burocratico è considerato utile dal 35,5% degli intervistati, a conferma della presenza di ostacoli amministrativi. Dal punto di vista agronomico, le pratiche conservative e l’uso di ammendanti organici innovativi sono ancora marginali.
Infine, la fase di forzatura del radicchio tardivo, che si svolge tra novembre e gennaio, comporta un’elevata esigenza idrica proprio nei mesi invernali, evidenziando la necessità di un approccio irriguo stagionale ben pianificato.
In conclusione, il sistema di gestione idrica nella produzione del radicchio necessita di un’evoluzione verso modelli più resilienti e sostenibili. Ciò richiede investimenti in infrastrutture moderne, diffusione di tecnologie efficienti, formazione tecnica e un rafforzamento del supporto istituzionale in un'ottica di governance integrata delle risorse idriche.

Importo finanziato: 49.919,5 € budget totale; 20.046,14 € budget UNIPD


https://www.radicchioditreviso.it/idra-conclusione-del-progetto/

Iniziativa finanziata dal Complemento regionale per lo Sviluppo Rurale del Veneto 2023-2027
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