Misure di alta qualità sul ciclo del carbonio - Padova nel network europeo con una stazione di monitoraggio nel trevigiano

La comunità scientifica italiana istituisce ufficialmente una Joint Research Unit (JRU), un accordo di collaborazione siglato nei giorni scorsi da quindici istituti, centri di ricerca e università nazionali che si impegnano a sostenere e promuovere la partecipazione italiana a ICOS-RI (Integrated Carbon Observation System – Research Infrastructure), l'infrastruttura stategica Europea che fornirà misure di elevata precisione sul ciclo del carbonio, sulle emissioni di gas serra e sulla loro concentrazione atmosferica a scala continentale.

In particolare, nell'ambito di ICOS-RI, l'Università di Padova partecipa con la stazione di monitoraggio situata a Negrisia di Ponte di Piave in provincia di Treviso gestita dal Prof. Andrea Pitacco, docente di Interazioni Vegetazione-Atmosfera nel Corso di Laurea magistrale in Scienze e Tecnologie per l'Ambiente e il Territorio e di Viticoltura nel Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche dell'Università di Padova.

«Da dieci anni il DAFNAE - Dipartimento di Agronomia Animali Alimenti Risorse Naturali e Ambiente - dell'Università di Padova è attivo con una stazione di rilevamento dei flussi di anidride carbonica localizzata in un vigneto del trevigiano. La scelta geografica della stazione a Negrisia» dice Andrea Pitacco «è dettata dal fatto che per poter effettuare queste misurazioni serve un contesto pianeggiante, con vegetazione estesa e omogenea, in questo caso di decine di ettari coltivati a vigneto. La nostra è una delle cinque stazioni selezionate sul territorio nazionale che avrà il compito di inviare alle 24.00 di ogni giorno per la durata di sette anni all'Ecosystem Thematic Center i dati rilevati. La centralità dell'Italia» continua Pitacco «è affermata anche nella scelta di ospitare questo organo dell'ICOS gestito dall'Università degli Studi della Tuscia che fornirà i dati elaborati al Carbon Portal europeo. In questo modo, praticamente in tempo reale, in Europa verranno monitorati, elaborati e pubblicati i dati del bilancio del carbonio dell'intero continente. L'adesione a questa Strategic Research Infrastructure darà all'Università di Padova la possibilità di far parte di ulteriori iniziative di portata europea relative a progetti di ampio respiro scientifico a scala continentale e globale. L'importanza di monitorare il ciclo del carbonio è fondamentale. È uno dei grandi cicli biogeochimici in cui l'uomo ha messo pesantemente le mani: anidride carbonica e metano sono molecole che innalzano l'effetto serra producendo effetti negativi sul clima. Tuttavia, e questa è la parte virtuosa, l'uomo può essere anche responsabile della gestione del riassorbimento del carbonio» conclude Pitacco «se infatti la vegetazione terrestre da sola riesce a riassorbire circa un terzo dell'anidride carbonica immessa in atmosfera, è pur vero che l'uomo può influire positivamente su questo processo gestendo la vegetazione agraria e forestale, compensando almeno in parte le emissione di gas ad effetto serra e mitigando il cambiamento del clima».

Link al comunicato stampa: http://www.unipd.it/ilbo/emissioni-co2-ricerca-italiana-allavanguardia-m...

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